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Il segmento testuale Primo de Rivera è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 17Entità Multimediali , di cui in selezione 7 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 616

Brano: [...] mese più tardi. Si trattava di un esercito coloniale che, al suo rientro nella metropoli, era andato gradualmente trasformandosi in guardiano dell’ordine pubblico o in difensore di torbidi interessi economici nel Nordafrica (fino a far esplodere una guerra che dissanguò ed esasperò il paese) e a creare un gruppo [l’esercito africanista) molto incline all’intervento politico. Appunto questo gruppo comprendeva fra i suoi membri il generale Miguel Primo de Rivera, il cui partito [Union Patriótica) svol* gerà nel paese un ruolo importante, il generale Sanjurjo (18721936) e infine il giovane generale Francisco Franco (v.).

La crisi monarchica era ormai tale che a determinare la caduta della monarchia bastarono le elezioni municipali del 13.4.1931, nelle quali risultarono trionfatori i candidati repubblicani. Per salvare la corona, Alfonso XIII aveva già tentato di imporre nel 1923 la dittatura di Miguel Primo de Rivera.

Quantunque Miguel Primo de Rivera avesse rifiutato in un suo proclama il titolo di « dittatore », nel novembre 1923, in occasione[...]

[...] il cui partito [Union Patriótica) svol* gerà nel paese un ruolo importante, il generale Sanjurjo (18721936) e infine il giovane generale Francisco Franco (v.).

La crisi monarchica era ormai tale che a determinare la caduta della monarchia bastarono le elezioni municipali del 13.4.1931, nelle quali risultarono trionfatori i candidati repubblicani. Per salvare la corona, Alfonso XIII aveva già tentato di imporre nel 1923 la dittatura di Miguel Primo de Rivera.

Quantunque Miguel Primo de Rivera avesse rifiutato in un suo proclama il titolo di « dittatore », nel novembre 1923, in occasione del viaggio in Italia compiuto dai reali di Spagna insieme al generale, Alfonso XIII disse, indicando Primo de Rivera: « Questo è il mio Mussolini » (P. Aguado Bleye e C. Alcazar, “Manual de Historia de Espana”, tomo III, p. 380).

Su questo periodo vedasi F. BenAmi, “Fascism from above. The Dictatorship of Primo de Rivera in Spain”, 19231930, Oxford, 1983.

Alla instaurazione della Seconda repubblica (14.4.1931) e prima che questa iniziasse la sua politica di riforme, la destra si organizzò e si radicalizzò sempre più, avendo tra

José Antonio Primo de Rivera

i suoi gruppi più influenti i monarchici (Renovación espanola, Carlisti) e alcuni raggruppamenti non definiti quanto a scelta istituzionale, ma molto influenzati dalla Chiesa cattolica [Confederación Espanola de Derechas Autónomas, C.E.D. A.). Tutte queste forze si confrontarono, facendo ricorso anche alla lotta armata, con i gruppi repubblicani [Izquierda Republicana), anarchici [C.N.T., F.A.I.), socialisti [P.

S.O.E., U.G.T.) e, a partire dal 1920, con i comunisti (P.C.).

Per questi aspetti si vedano: M. Martinez Cuadrado, “La burguesia conservadora/18141931” (Madrid, 1974) e R. Ta[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 606

Brano: Spagna

Nella notte fra il 12 e il 13.9.1923 Primo de Rivera lanciò quindi da Barcellona un appello « al paese e all’esercito », dopo aver occupato le centrali telefoniche e telegrafiche, e il re lo chiamò a Madrid per affidargli la guida dello Stato.

In una paralisi politica generale, solo il Partito comunista e la C.N.T. di Madrid lanciarono un appello alla classe operaia, « in quest’ora di codardia generale, quando il potere civile cede, senza lotta, il suo posto al potere militare », ma nessuno si levò per difendere un parlamentarismo completamente screditato. Ciò avrebbe favorito, qualche anno dopo, l’errata convinzione che il popolo spagnolo s[...]

[...]za lotta, il suo posto al potere militare », ma nessuno si levò per difendere un parlamentarismo completamente screditato. Ciò avrebbe favorito, qualche anno dopo, l’errata convinzione che il popolo spagnolo sarebbe sempre rimasto passivo di fronte ai pronunciamientos.

La felice congiuntura economica mondiale favorì il successo iniziale della dittatura; la conclusione vittoriosa della guerra marocchina portò al massimo il consenso ottenuto da Primo de Rivera; un ambizioso piano di lavori pubblici ridusse drasticamente la disoccupazione e, nel

lo stesso tempo, il governo iniziò trattative con F. Largo Caballero (v.), segretario deH’U.G.T., per far sì che non si desse luogo ad agitazioni di carattere sindacale. Dal 1926 lo stesso Caballero entrò a far parte della Commissione interinale delle corporazioni, del Consiglio del lavoro e, infine, del Consiglio di stato.

I rapporti di dipendenza di Primo de Rivera dall’esercito e dagli agrari resero tuttavia impossibile qualsiasi intervento che permettesse una ripartizione dei latifondi. Molti progetti restarono del tutto teorici:

Largo Caballero (a destra)

il tanto proclamato “nazionalismo economico” si risolse nel cedere a compagnie americane il monopolio della rete telefonica. L'imitazione del fascismo portò a interventi censori sulla stampa, alla eliminazione di alcuni privilegi tradizionali con^ cessi alla Catalogna, alla dichiarazione che « la lotta di classe era stata soppressa ».

La fine della congiuntura internazionale favorevole, la [...]

[...] compagnie americane il monopolio della rete telefonica. L'imitazione del fascismo portò a interventi censori sulla stampa, alla eliminazione di alcuni privilegi tradizionali con^ cessi alla Catalogna, alla dichiarazione che « la lotta di classe era stata soppressa ».

La fine della congiuntura internazionale favorevole, la gestione economica non certo brillante di Calvo Sotelo e la sfiducia ormai dilagante in molti settori economici indussero Primo de Rivera alle dimissioni il 30.1.1930.

Un tentativo di mantenere il governo militare affidando la gestione del

lo Stato al generale Berenguer era destinato al fallimento. Con il proseguimento della gestione dittatoriale si sperava di salvare la monarchia, ma il 12.4.1931 le elezioni amministrative mostrarono una prevalenza dei partiti repubblicani.

« Le classi dominanti pensarono di poter perpetuare il loro dominio offrendo, come capro espiatorio del profondo malessere che opprimeva quasi tutti gli strati sociali, il re Alfonso XIII, che prese la via dell'esilio » [Ramato]. Ma dal corpo socia[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 605

Brano: [...]esplosione della crisi sociale e al tempo stesso ne accentuò le ragioni: la neutralità spagnola non venne utilizzata dalle forze politiche ed economiche per migliorare le condizioni interne. Fra la primavera 1909 e l’autunno 1917 l’indice generale dei prezzi aumentò del 45 per cento nei villaggi (pueblos) e del 49 per cento nei capoluoghi di provincia. Nello stesso periodo i salari medi erano aumentati appena del 10 per cento.

La dittatura di Primo de Rivera

La storia delle lotte politiche in Spagna dal 1917 allo scoppio della guerra civile può essere letta come lo scontro continuo fra tre componenti: le classi popolari, sempre più coscienti e consapevoli della necessità di svolgere un proprio ruolo autonomo nelle vicende del paese; i ceti agrari tradizionali, che avevano dominato per secoli (e continuavano a dominare, con ben collaudati sistemi) la società spagnola nel segno della continuità, dell’immobilismo e della rendita fondiaria, alleati alla Chiesa e all’esercito; la nuova borghesia, che stava mettendo in discussione i vecchi privilegi[...]

[...]mune: gli arrestati venivano normalmente assassinati dalla polizia che poi giustificava l’omicidio come avvenuto « nel corso di un tentativo di fuga ». Intanto gli industriali catalani avevano creato, « nella forma di pistoleros paramilitari, una S.A. avant la lettre » (Enzensberger).

Non risultando tutto ciò sufficiente a ristabilire l’“ordine”, nel 1923 gli industriali trovarono un ottimo candidato nel capitano generale di Catalogna, Miguel Primo de Rivera (v.), marchese di Estella.

Che il re Alfonso XIII non vedesse di mal occhio un governo di militari, non era un segreto per nessuno. Le continue e crescenti agitazioni operaie e contadine, lo squadrismo finanziato dal padronato catalano, le continue crisi di governo, le scontentezze dell’esercito, la eterna e disastrosa guerra del Rif contribuivano ad aumentare la sua persuasione: solo un regime di autorità poteva risolvere quella situazione caotica. L’esempio dell’Italia rafforzava peraltro le tendenze già fortemente radicate in Alfonso XIII: la marcia su Roma di Benito Mussolini sembrava [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 613

Brano: [...] il 31.3.1947, definitivamente consolidato il potere e superate le difficoltà di mantenere unificate le varie componenti politiche e sociali che avevano formato l’eterogeneo nucleo iniziale, Franco si decise ad annunciare che la Spagna sarebbe stata un regno. Negli anni precedenti, una attenta legislazione aveva posto le basi per la formazione del dominio personale del caudillo, fondato su istituzioni derivate sia dall’esperienza dittatoriale di Primo de Rivera sia dal modello fascista italiano: il sindacalismo corporativo di tipo verticale (26.1.

1940), il Fuero del trabajo (9.3. 1938), derivato direttamente dalla Carta del lavoro fascista, le Cortes

(17.7.1942), ispirate alla Camera dei fasci e delle corporazioni e alla Asemblea nacional consultiva. Nonostante l’invio di una Divisione azzurra (v.) a fianco delle truppe dell’Asse che aggredivano l’U.R.S.S., durante la Seconda guerra mondiale Franco era riuscito a tenere la Spagna fuori dal conflitto e, dal

1942, era stato attento a separare le proprie sorti da quelle di Hitler e Mussolini,[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 481

Brano: [...]gio e il focolare andalusi, il motivo della morte, un senso di magia e di mistero, conquistò in breve tempo l’intellighenzia spagnola ed europea e qualificò il suo autore come uno dei maggiori esponenti della famosa « generazione del 1927 ».

Ritornato al teatro con Mariana Pineda (1927), rappresentato con scene e costumi di Salvador Dati. diede con quest’opera il suo primo notevole contributo alla lotta contro

il regime allora imperante di Primo de Rivera. La suggestiva rievocazione della martire di Granada, uccisa ai tempi di Ferdinando VII per aver partecipato a una cospirazione liberale, suonava come un esplicito atto d’accusa nei confronti del dittatore.

Nel 1930, al culmine di un’oscura crisi sentimentale, si recò negli Sta

481



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 429

Brano: [...]aniera (il cosiddetto Tercio Estranjero) che, nel 1923, passò al suo comando. Nel 1922 pubblicò un volume dal titolo Marocco, diario di una bandiera e nel 1927, per essersi ancora distinto nella repressione della rivolta marocchina (in particolare per un riuscito sbar, co nella baia di Alhucemas, dietro le linee di Mohamed Abd elKrim, capo dei nazionalisti marocchini), fu promosso generale. '

Il massacro nelle Asturie

Sotto la dittatura di Primo de Rivera, Franco diresse l’Accademia militare di Saragozza. Nel periodo che precedette la caduta della monarchia mantenne un atteggiamento ambiguo, preoccupato soprattutto di non scoprirsi. Proclamata la repubblica in Spagna (14.4.1931), il presidente Azaha gli affidò il comando delle Baleari. Quando, nell’ottobre del 1934, scoppiò l’insurrezione dei minatori nelle Asturie, Franco fu chiamato dal ministro della Guerra, il radicale Diego Hidalgo, a reprimerla con la legione straniera. Appoggiati dai regulares e dall’aviazione, i legionari di Franco « liberarono » Oviedo e Gijón uccidendovi migliaia di [...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 409

Brano: [...]esidente della Casa del popolo di Madrid, membro della Commissione esecutiva dell’Union General de Trabajadores (U.G.T.). La sua opposizione alla politica governativa gli costò quattro deportazioni, rispettivamente nel 1909, nel

1911, nel 1916 e nel 1917. Condannato a morte nel 1917 per avere diretto un grande sciopero, la pena gli venne commutata in ergastolo, ma eletto deputato alle Cortes nel

1918 fu amnistiato.

Sotto la dittatura di Primo de Rivera fu tra i dirigenti deH’U.G.T. e pubblicò un libro che ebbe larga risonanza nel socialismo europeo: Passato, presente e futuro della U.G.T.. Fece parte del Comitato rivoluzionario repubblicano che contribuì al rovesciamento della monarchia e nel 1931 fu deputato alle Cortes costituenti. Rappresentò le organizzazioni dei lavoratori nel Consiglio di amministrazione del Bureau International du Travail (v.) e fu ministro del Lavoro nel governo di Azana (193132). Rieletto alle Cortes nel 1933, partecipò al movimento rivoluzionario delle Asturie dell’ottobre 1934, fallito il quale venne incarcerato [...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Primo de Rivera, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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